
Ovvio! Tira dove il portiere non si butta...
venerdì 12 gennaio 2024



Come le cose possono apparire semplici
Testo tratto da Superfreakonomics di Steven D. Levitt, Stephen J. Dubner · 2011
Testo tratto da Superfreakonomics di Steven D. Levitt, Stephen J. Dubner · 2011
Non so se tu sia tra quelli che, appassionati di calcio, quando guarda "i rigori" alle finali dica:"noooo, come si fa a tirare un rigore così!" oppure sia tra quelli, come me, che il calcio lo ha vissuto e poi lo ha dimenticato ed ora è come se fosse su di un altro pianeta, oppure quelli che del calcio nemmeno ne vogliono sentir parlare.
Quando lessi le righe che riporto di seguito pensai che la mente umana è davvero un bel giocattolo e una smisuratezza che, forse anche con gli studi più sofisticati se si potranno fare nel futuro, non si giungerà alla sua natura stupefacente.
…
Immaginate di essere un calciatore e di avere portato la vostra squadra a un passo dalla Coppa del Mondo. Manca soltanto un calcio di rigore, e le probabilità sono dalla vostra: ai massimi livelli di questo sport, infatti, circa il 75% dei rigori va in rete. Mentre appoggiate il pallone sul dischetto, il pubblico impazzisce. La porta è a soli 11 metri, è larga un po’ più di 7 ed è alta poco meno di 2,5. Il portiere vi fissa. Sa che la palla schizzerà dal vostro piede a circa 120 chilometri orari, quindi non può permettersi di aspettare per vedere dove la calcerete: deve correre il rischio e scegliere da che parte buttarsi. Se sbaglia, le vostre probabilità salgono al 90%. Il tiro migliore è in un angolo della porta, calciato abbastanza forte da impedire al portiere di raggiungere la palla nel caso ne indovinasse la traiettoria. Ma un tiro del genere lascia poco margine di errore: una leggera imperfezione nel tocco e mancherete il gol. Potreste quindi decidere di tirare un po’ meno forte, o di mirare non proprio nell’angolo, anche se questo darà al portiere qualche possibilità in più di parare il rigore. Prima di tutto, però, dovete scegliere tra angolo destro e angolo sinistro. Se calciate di destro, come la maggior parte dei giocatori, il tiro nell’angolo sinistro della porta è il vostro forte. Questo vuol dire più potenza e più precisione, ma naturalmente anche il portiere lo sa: il 57% delle volte, infatti, i portieri si tuffano verso l’angolo sinistro, e solo nel 41% dei casi verso quello destro. Mentre vi preparate per il calcio che cambierà per sempre la vostra vita, la folla urla a squarciagola e il cuore vi batte forte. Gli occhi del mondo e le preghiere dei vostri connazionali sono tutti per voi. Se infilate la palla in rete, il vostro nome entrerà per sempre nella ristretta rosa delle celebrità, come quello di un santo. Se invece fallite, beh… meglio non pensarci. Nella vostra mente frullano tutte le opzioni: forte angolato o piano? Cercare l’angolo o rischiare un po’ meno? Avete già tirato un rigore contro questo portiere? Se è successo, dove avete mirato? E lui, da che parte si è tuffato? Mentre considerate tutto questo, pensate anche a che cosa pensa il portiere, e al fatto che sta valutando quello che state valutando voi. Sapete che le possibilità di diventare un eroe sono del 75%, il che non è male. Ma non sarebbe meglio se fossero un po’ di più? Non esiste un altro modo di affrontare il problema? Potreste averla vinta se pensaste in maniera meno ovvia? Il portiere dovrà scegliere tra destra e sinistra, quindi… che cosa succederebbe se sceglieste di calciare né a destra né a sinistra? Se faceste la cosa più stupida del mondo e sparaste un bel tiro dritto al centro della porta? Sì, esatto, proprio dove si trova il portiere in questo momento, perché siete ragionevolmente certi che si sposterà da lì appena vi accingerete a calciare: come abbiamo detto, quando devono parare un rigore i portieri si buttano a destra (41% delle volte) o a sinistra (57%), il che significa che restano fermi al centro solo due volte su cento. Naturalmente, un portiere può intercettare un pallone centrale anche mentre si sta tuffando da una parte, ma con quale frequenza si verifica questa possibilità? Beh, dovreste proprio vederli i dati sui calci di rigore tirati al centro! Anche se sembra più rischioso, un tiro al centro ha il 7% di probabilità in più di finire in rete rispetto a un calcio angolato. Siete disposti a correre il rischio? Supponiamo di sì. Quindi correte verso il pallone, puntate a terra il piede sinistro, sollevate il destro e calciate. In quello stesso momento, un boato vi scuote le ossa: «Goooooooooooooooool!» La folla va in delirio orgasmico e un istante dopo vi ritrovate sepolti sotto una vera e propria montagna di carne, ovvero i corpi dei vostri compagni di squadra. Questo momento verrà ricordato per sempre, e d’ora in avanti la vostra vita sarà una festa senza fine e i vostri figli cresceranno forti, educati e felici. Congratulazioni! Nonostante un rigore tirato al centro abbia una probabilità maggiore di finire in rete, solo il 17% dei rigori viene calciato in questo modo. Perché così pochi? Un motivo è che a prima vista appare una scelta pessima: tirare nelle braccia del portiere sembra semplicemente assurdo, quasi contro natura, un’evidente violazione del buonsenso, ma lo era anche l’idea di prevenire una malattia iniettando alle persone gli stessi agenti che la provocano. Inoltre, uno dei vantaggi del calciatore che deve tirare un rigore è il mistero: il portiere non sa dove mirerà. Se i calciatori facessero la stessa cosa tutte le volte, la probabilità di successo crollerebbe, perché ovviamente i portieri imparerebbero a conoscerli. C’è però un terzo e importante motivo per cui pochi calciatori tirano al centro, specialmente quando la posta in gioco è alta, come ai Mondiali. È qualcosa che non tutti sarebbero disposti ad ammettere: la paura delle critiche. Immaginate ancora di essere voi a dover calciare il rigore: in questi istanti turbolenti, qual è il vostro vero incentivo? La risposta potrebbe sembrare ovvia: volete segnare e far vincere la vostra squadra. In questo caso, abbiamo visto che le statistiche mostrano chiaramente che dovreste mirare al centro. Ma è davvero la vittoria la vera motivazione? Immaginate di trovarvi a un passo dalla palla, un istante prima di calciarla. Avete appena deciso di tirare al centro, ma… un momento: e se il portiere non si tuffasse? Se per qualche motivo restasse fermo e gli spediste la palla dritta tra le braccia, facendogli salvare la partita senza neppure costringerlo a buttarsi? Che figura fareste? L’eroe sarebbe il portiere e voi dovreste cambiare Paese insieme alla vostra famiglia. Quindi ci ripensate. Optate per la via tradizionale e cercate l’angolo. Se il portiere indovina e para, beh, avrete valorosamente tentato e vi avrà sconfitto un grande atleta, uno anche migliore di voi. Certo, non diventerete un eroe, ma almeno non dovrete andare in esilio. Se seguirete quello che potremmo definire «incentivo egoista» – difendere la vostra reputazione evitando di fare qualcosa di potenzialmente folle – è più probabile che scegliate di calciare nell’angolo. Se invece agirete in base all’«incentivo comunitario» – cercare di vincere la partita per la squadra e per il vostro Paese, anche se questo vi espone al rischio di fare una brutta figura – calcerete al centro. A volte nella vita la scelta più coraggiosa è mantenere la barra dritta al centro. Se ci domandassero come ci comporteremmo in una situazione in cui un vantaggio personale entra in conflitto con il bene comune, la maggior parte di noi non ammetterebbe di preferire il primo. La storia, però, dimostra chiaramente che in generale, per natura o per educazione, gli individui tendono a mettere il proprio interesse davanti a quello altrui. Questo non fa di loro delle cattive persone, ma solo degli esseri umani…
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Non so se tu sia tra quelli che, appassionati di calcio, quando guarda "i rigori" alle finali dica:"noooo, come si fa a tirare un rigore così!" oppure sia tra quelli, come me, che il calcio lo ha vissuto e poi lo ha dimenticato ed ora è come se fosse su di un altro pianeta, oppure quelli che del calcio nemmeno ne vogliono sentir parlare.
Quando lessi le righe che riporto di seguito pensai che la mente umana è davvero un bel giocattolo e una smisuratezza che, forse anche con gli studi più sofisticati se si potranno fare nel futuro, non si giungerà alla sua natura stupefacente.
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Immaginate di essere un calciatore e di avere portato la vostra squadra a un passo dalla Coppa del Mondo. Manca soltanto un calcio di rigore, e le probabilità sono dalla vostra: ai massimi livelli di questo sport, infatti, circa il 75% dei rigori va in rete. Mentre appoggiate il pallone sul dischetto, il pubblico impazzisce. La porta è a soli 11 metri, è larga un po’ più di 7 ed è alta poco meno di 2,5. Il portiere vi fissa. Sa che la palla schizzerà dal vostro piede a circa 120 chilometri orari, quindi non può permettersi di aspettare per vedere dove la calcerete: deve correre il rischio e scegliere da che parte buttarsi. Se sbaglia, le vostre probabilità salgono al 90%. Il tiro migliore è in un angolo della porta, calciato abbastanza forte da impedire al portiere di raggiungere la palla nel caso ne indovinasse la traiettoria. Ma un tiro del genere lascia poco margine di errore: una leggera imperfezione nel tocco e mancherete il gol. Potreste quindi decidere di tirare un po’ meno forte, o di mirare non proprio nell’angolo, anche se questo darà al portiere qualche possibilità in più di parare il rigore. Prima di tutto, però, dovete scegliere tra angolo destro e angolo sinistro. Se calciate di destro, come la maggior parte dei giocatori, il tiro nell’angolo sinistro della porta è il vostro forte. Questo vuol dire più potenza e più precisione, ma naturalmente anche il portiere lo sa: il 57% delle volte, infatti, i portieri si tuffano verso l’angolo sinistro, e solo nel 41% dei casi verso quello destro. Mentre vi preparate per il calcio che cambierà per sempre la vostra vita, la folla urla a squarciagola e il cuore vi batte forte. Gli occhi del mondo e le preghiere dei vostri connazionali sono tutti per voi. Se infilate la palla in rete, il vostro nome entrerà per sempre nella ristretta rosa delle celebrità, come quello di un santo. Se invece fallite, beh… meglio non pensarci. Nella vostra mente frullano tutte le opzioni: forte angolato o piano? Cercare l’angolo o rischiare un po’ meno? Avete già tirato un rigore contro questo portiere? Se è successo, dove avete mirato? E lui, da che parte si è tuffato? Mentre considerate tutto questo, pensate anche a che cosa pensa il portiere, e al fatto che sta valutando quello che state valutando voi. Sapete che le possibilità di diventare un eroe sono del 75%, il che non è male. Ma non sarebbe meglio se fossero un po’ di più? Non esiste un altro modo di affrontare il problema? Potreste averla vinta se pensaste in maniera meno ovvia? Il portiere dovrà scegliere tra destra e sinistra, quindi… che cosa succederebbe se sceglieste di calciare né a destra né a sinistra? Se faceste la cosa più stupida del mondo e sparaste un bel tiro dritto al centro della porta? Sì, esatto, proprio dove si trova il portiere in questo momento, perché siete ragionevolmente certi che si sposterà da lì appena vi accingerete a calciare: come abbiamo detto, quando devono parare un rigore i portieri si buttano a destra (41% delle volte) o a sinistra (57%), il che significa che restano fermi al centro solo due volte su cento. Naturalmente, un portiere può intercettare un pallone centrale anche mentre si sta tuffando da una parte, ma con quale frequenza si verifica questa possibilità? Beh, dovreste proprio vederli i dati sui calci di rigore tirati al centro! Anche se sembra più rischioso, un tiro al centro ha il 7% di probabilità in più di finire in rete rispetto a un calcio angolato. Siete disposti a correre il rischio? Supponiamo di sì. Quindi correte verso il pallone, puntate a terra il piede sinistro, sollevate il destro e calciate. In quello stesso momento, un boato vi scuote le ossa: «Goooooooooooooooool!» La folla va in delirio orgasmico e un istante dopo vi ritrovate sepolti sotto una vera e propria montagna di carne, ovvero i corpi dei vostri compagni di squadra. Questo momento verrà ricordato per sempre, e d’ora in avanti la vostra vita sarà una festa senza fine e i vostri figli cresceranno forti, educati e felici. Congratulazioni! Nonostante un rigore tirato al centro abbia una probabilità maggiore di finire in rete, solo il 17% dei rigori viene calciato in questo modo. Perché così pochi? Un motivo è che a prima vista appare una scelta pessima: tirare nelle braccia del portiere sembra semplicemente assurdo, quasi contro natura, un’evidente violazione del buonsenso, ma lo era anche l’idea di prevenire una malattia iniettando alle persone gli stessi agenti che la provocano. Inoltre, uno dei vantaggi del calciatore che deve tirare un rigore è il mistero: il portiere non sa dove mirerà. Se i calciatori facessero la stessa cosa tutte le volte, la probabilità di successo crollerebbe, perché ovviamente i portieri imparerebbero a conoscerli. C’è però un terzo e importante motivo per cui pochi calciatori tirano al centro, specialmente quando la posta in gioco è alta, come ai Mondiali. È qualcosa che non tutti sarebbero disposti ad ammettere: la paura delle critiche. Immaginate ancora di essere voi a dover calciare il rigore: in questi istanti turbolenti, qual è il vostro vero incentivo? La risposta potrebbe sembrare ovvia: volete segnare e far vincere la vostra squadra. In questo caso, abbiamo visto che le statistiche mostrano chiaramente che dovreste mirare al centro. Ma è davvero la vittoria la vera motivazione? Immaginate di trovarvi a un passo dalla palla, un istante prima di calciarla. Avete appena deciso di tirare al centro, ma… un momento: e se il portiere non si tuffasse? Se per qualche motivo restasse fermo e gli spediste la palla dritta tra le braccia, facendogli salvare la partita senza neppure costringerlo a buttarsi? Che figura fareste? L’eroe sarebbe il portiere e voi dovreste cambiare Paese insieme alla vostra famiglia. Quindi ci ripensate. Optate per la via tradizionale e cercate l’angolo. Se il portiere indovina e para, beh, avrete valorosamente tentato e vi avrà sconfitto un grande atleta, uno anche migliore di voi. Certo, non diventerete un eroe, ma almeno non dovrete andare in esilio. Se seguirete quello che potremmo definire «incentivo egoista» – difendere la vostra reputazione evitando di fare qualcosa di potenzialmente folle – è più probabile che scegliate di calciare nell’angolo. Se invece agirete in base all’«incentivo comunitario» – cercare di vincere la partita per la squadra e per il vostro Paese, anche se questo vi espone al rischio di fare una brutta figura – calcerete al centro. A volte nella vita la scelta più coraggiosa è mantenere la barra dritta al centro. Se ci domandassero come ci comporteremmo in una situazione in cui un vantaggio personale entra in conflitto con il bene comune, la maggior parte di noi non ammetterebbe di preferire il primo. La storia, però, dimostra chiaramente che in generale, per natura o per educazione, gli individui tendono a mettere il proprio interesse davanti a quello altrui. Questo non fa di loro delle cattive persone, ma solo degli esseri umani…