brandetica

branding human oriented

siamo come alberi con le radici in testa

Pensare brandetica. è guardare nel profondo. Progettare orientati agli altri. Far nascere Brand che non solo abbiano un bell’aspetto ma che traggano la loro bellezza da qualcosa di radicato dentro. Ispirarsi alle nostre radici naturali, alla madre terra e al cielo.

È un pensiero che espande la visione della Brand, la umanizza e la traghetta verso un concetto di narrazione concentrandosi sulle Emozioni che danno vita al dialogo e alla relazione perdendo l’idea di consumatore e abbracciando quella di Persona.

Pensare brandetica nasce dagli alberi. Ah sì, gli alberi… mi seguono sin da quando… non so più… mi fanno sognare. Tutto, in qualche forma, trae origine, modello e ispirazione dagli alberi.

Tutto trae origine dalla filosofia “Inside-Out”. Prima dentro per poi sbocciare meravigliosamente fuori. 

Gli Alberi hanno radici, tronco, rami, foglie, fiori e frutti.
I Brand sono plasmati su archetipi, personalità, frame, emozioni, brain code e comportamenti.

Ma quale relazione c'è tra brand e alberi

Le radici sono “archetipi”; miti, metafore, segni e simboli che sono radicati in profondità. Stanno nel terreno e si ancorano forti per rendere solida quell’idea che si trasformerà in un albero meraviglioso… il sogno.  

Il tronco è la personalità: “struttura”. Sono la disciplina e le regole. Tutto ciò che permetterà al progetto “seme” di arrivare fino al cielo. In natura, secondo me la libertà è un concetto estremamente sofisticato, nulla è realmente libero, ma tutto è sinergia interdipendente tutto è (in) relazione e il “caso” è una componente fondamentale e per nulla scontata.  

I rami, un intreccio meraviglioso di caos e di silenzio. Uno slancio irrefrenabile verso l’infinito…il “frame”, la cornice di valori e princìpi. Vibrazioni allo stato naturale che permetto alla struttura di liberarsi in figure straordinarie. 

Le foglie, il respiro. Emozioni, colori e brain code. Governano la vita, il comportamento, il linguaggio e le relazioni. Raffinano l’aspetto implicito facendo da ponte al mondo esplicito.

I frutti, la somma del tutto l’”esplicito”. Ciò che con il giusto tempo avrà preso vita… le azioni, i linguaggi gli atteggiamenti… il sogno che si materializza portando vita per un nuovo seme.

Io sono come un alberocantano giovani creature sul testo di Giorgio Minardi sto coi piedi per terra, cerco la luce del sole e così cresco di più…
I piedi: radici; le gambe: il tronco; le braccia: i rami

Marco Odello caro amico e artista del suo mondo durante una passeggiata nelle sue terre: <<siamo alberi con le radici in testa!>>Bangarang!!! Il gioco è fatto! 

Penso alle persone come all'anima di ogni idea. Le persone al centro!!! Preferisco come dice padre Natale Bresciani: Persone centrate.

Preferisco pensare ad un design human oriented o ad una  comunicazione to human. 

Preferisco pensare all’atto di design come all’impulso di Aiutare! Aiutare gli utenti:le Persone nel quotidiano a vivere la complessità in modo semplice.

Aiutare gli altri sembra una parola facile, ma vuol dire umilmente accantonare per un attimo quella vocina che dice che noi sappiamo come Deve essere perché noi siamo i professionisti e la nostra esperienza è garanzia. Far tacere quel’“io” che nell’atto di design non è proprio un gioco! Spiega poi a noi creativi che per stupire le persone non serve andare sulla luna. Non solo perché sulla luna ci siamo già stati e neppure per aprire un dibattito su se sia vero oppure no, ma perché fatichiamo a tornarci.

Per aiutare basta semplificare! Sì, lo so, la faccio facile. Riprovo: secondo John Maeda servono 3 chiavi (lontano, aperto ed energia) e 10 leggi (Riduci, Organizza, Tempo, Impara, Differenzia, Contesto, Emozione, Fiducia, Fallimento e l’Unica: semplicità significa sottrarre l’ovvio e aggiungere il significativo)… facile.

Tecnico… basta essere bravi! … No!!!
È calarsi nel vissuto degli altri, nell'esperienza che desideri vivano.

La montagna mi ha insegnato che per raggiungere una meta insieme ad altri, bisogna superare insieme tutte le difficoltà che si incontrano lungo la scalata. La stranezza è che le stesse difficoltà sono differenti da persona a persona. Per superarle è necessario che siano adeguate a chi ha maggiore difficoltà.

Siamo orientati alle massime prestazioni. Sempre più veloci per fare nuovi record. Correre ed espandere la potenza per superare il traguardo di ieri. Bello, bellissimo… 2000 persone in gara ed io sono il primo ad aver tagliato il traguardo!!! Che orgoglio; quale emozione; brividi e urla!!! Quanti hanno accesso alle massime prestazioni? Pochi, pochissimi. E gli altri? È così poco gratificante prendersi cura degli altri 1999 (brutto occuparsene)? E se fossimo in 2000 a tagliare il traguardo insieme per primi?!

Il buon design?
Secondo me è l’arte che rende semplici attività quotidiane complesse a chi ha maggiore difficoltà nel farle.

BrandEtica è progettare semplice. Progettare per l’inconscio delle persone…Progettare "vero" ma cosa significa? Per ora mi limito a riassumerlo in rispettoso, ma è un mondo…

È come disegnare un buon carattere… non te ne accorgi perché l’occhio scorre naturalmente e senza sforzo tanto che non è mai stanco di leggere.

“Mannaggia” dove diavolo devo cliccare per pubblicare queste parole!!! a ecco… se siete arrivati sin qui siete davvero pazienti…
grazie
🖖🏾🐢


espandi

siamo come alberi con le radici in testa

Pensare brandetica. è guardare nel profondo. Progettare orientati agli altri. Far nascere Brand che non solo abbiano un bell’aspetto ma che traggano la loro bellezza da qualcosa di radicato dentro. Ispirarsi alle nostre radici naturali, alla madre terra e al cielo.

È un pensiero che espande la visione della Brand, la umanizza e la traghetta verso un concetto di narrazione concentrandosi sulle Emozioni che danno vita al dialogo e alla relazione perdendo l’idea di consumatore e abbracciando quella di Persona.

Pensare brandetica nasce dagli alberi. Ah sì, gli alberi… mi seguono sin da quando… non so più… mi fanno sognare. Tutto, in qualche forma, trae origine, modello e ispirazione dagli alberi.

Tutto trae origine dalla filosofia “Inside-Out”. Prima dentro per poi sbocciare meravigliosamente fuori. 

Gli Alberi hanno radici, tronco, rami, foglie, fiori e frutti.
I Brand sono plasmati su archetipi, personalità, frame, emozioni, brain code e comportamenti.

Ma quale relazione c'è tra brand e alberi

Le radici sono “archetipi”; miti, metafore, segni e simboli che sono radicati in profondità. Stanno nel terreno e si ancorano forti per rendere solida quell’idea che si trasformerà in un albero meraviglioso… il sogno.  

Il tronco è la personalità: “struttura”. Sono la disciplina e le regole. Tutto ciò che permetterà al progetto “seme” di arrivare fino al cielo. In natura, secondo me la libertà è un concetto estremamente sofisticato, nulla è realmente libero, ma tutto è sinergia interdipendente tutto è (in) relazione e il “caso” è una componente fondamentale e per nulla scontata.  

I rami, un intreccio meraviglioso di caos e di silenzio. Uno slancio irrefrenabile verso l’infinito…il “frame”, la cornice di valori e princìpi. Vibrazioni allo stato naturale che permetto alla struttura di liberarsi in figure straordinarie. 

Le foglie, il respiro. Emozioni, colori e brain code. Governano la vita, il comportamento, il linguaggio e le relazioni. Raffinano l’aspetto implicito facendo da ponte al mondo esplicito.

I frutti, la somma del tutto l’”esplicito”. Ciò che con il giusto tempo avrà preso vita… le azioni, i linguaggi gli atteggiamenti… il sogno che si materializza portando vita per un nuovo seme.

Io sono come un alberocantano giovani creature sul testo di Giorgio Minardi sto coi piedi per terra, cerco la luce del sole e così cresco di più…
I piedi: radici; le gambe: il tronco; le braccia: i rami

Marco Odello caro amico e artista del suo mondo durante una passeggiata nelle sue terre: <<siamo alberi con le radici in testa!>>Bangarang!!! Il gioco è fatto! 

Penso alle persone come all'anima di ogni idea. Le persone al centro!!! Preferisco come dice padre Natale Bresciani: Persone centrate.

Preferisco pensare ad un design human oriented o ad una  comunicazione to human. 

Preferisco pensare all’atto di design come all’impulso di Aiutare! Aiutare gli utenti:le Persone nel quotidiano a vivere la complessità in modo semplice.

Aiutare gli altri sembra una parola facile, ma vuol dire umilmente accantonare per un attimo quella vocina che dice che noi sappiamo come Deve essere perché noi siamo i professionisti e la nostra esperienza è garanzia. Far tacere quel’“io” che nell’atto di design non è proprio un gioco! Spiega poi a noi creativi che per stupire le persone non serve andare sulla luna. Non solo perché sulla luna ci siamo già stati e neppure per aprire un dibattito su se sia vero oppure no, ma perché fatichiamo a tornarci.

Per aiutare basta semplificare! Sì, lo so, la faccio facile. Riprovo: secondo John Maeda servono 3 chiavi (lontano, aperto ed energia) e 10 leggi (Riduci, Organizza, Tempo, Impara, Differenzia, Contesto, Emozione, Fiducia, Fallimento e l’Unica: semplicità significa sottrarre l’ovvio e aggiungere il significativo)… facile.

Tecnico… basta essere bravi! … No!!!
È calarsi nel vissuto degli altri, nell'esperienza che desideri vivano.

La montagna mi ha insegnato che per raggiungere una meta insieme ad altri, bisogna superare insieme tutte le difficoltà che si incontrano lungo la scalata. La stranezza è che le stesse difficoltà sono differenti da persona a persona. Per superarle è necessario che siano adeguate a chi ha maggiore difficoltà.

Siamo orientati alle massime prestazioni. Sempre più veloci per fare nuovi record. Correre ed espandere la potenza per superare il traguardo di ieri. Bello, bellissimo… 2000 persone in gara ed io sono il primo ad aver tagliato il traguardo!!! Che orgoglio; quale emozione; brividi e urla!!! Quanti hanno accesso alle massime prestazioni? Pochi, pochissimi. E gli altri? È così poco gratificante prendersi cura degli altri 1999 (brutto occuparsene)? E se fossimo in 2000 a tagliare il traguardo insieme per primi?!

Il buon design?
Secondo me è l’arte che rende semplici attività quotidiane complesse a chi ha maggiore difficoltà nel farle.

BrandEtica è progettare semplice. Progettare per l’inconscio delle persone…Progettare "vero" ma cosa significa? Per ora mi limito a riassumerlo in rispettoso, ma è un mondo…

È come disegnare un buon carattere… non te ne accorgi perché l’occhio scorre naturalmente e senza sforzo tanto che non è mai stanco di leggere.

“Mannaggia” dove diavolo devo cliccare per pubblicare queste parole!!! a ecco… se siete arrivati sin qui siete davvero pazienti…
grazie
🖖🏾🐢


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